IL MOTIVO DEL RISVEGLIO
Non
è un’esagerazione dire che uno dei bisogni più disperati del nostro tempo è un
risveglio generale dello Spirito del vero Cristianesimo. Ciò che fece il
risveglio del 18° secolo per la chiesa è urgentemente necessario alla chiesa di
oggi.
Il
Cristianesimo ha bisogno di essere elevato dal puro livello intellettuale al
Regno dello Spirito.
La
tragedia del nostro tempo, tuttavia, è l’estrema confusione di molti riguardo
al criterio di valutazione di un risveglio. In Geremia 6:14 il profeta sfida le
persone perchè dicevano « ”Pace, pace!” Quando non c’è pace».
Non
c’è una descrizione più oscura dell’apostasia religiosa descritta nei primi
dieci capitoli di Geremia.
L’allontanamento
era l’atmosfera della religione.
Le
persone erano ribelli di cuore ed avevano fiducia in parole piene di menzogna.
Erano orgogliosi della propria religione e del loro modo di vivere
tradizionale.
I
responsabili esponevano la propria erudizione, ma spiritualmente erano morti.
Il
profeta non poteva trattenere le proprie lacrime nel gridare: “Non c’è
balsamo in Galaad? Non c’è là alcun medico? Perché dunque la piaga della
figliuola del mio popolo non è stata medicata?” (Geremia 8:22).
Sembra
che Geremia abbia perso tutta la speranza; ma c’è speranza perché Dio ci ha
dato leggi spirituali e principi che, se vengono rispettati, producono
risveglio e abbondanza di benedizioni.
Queste
leggi non sono capricciose, arbitrarie o confuse.
Queste
leggi sono chiaramente definite e trovano la propria origine nella stessa
natura e nel cuore di Dio, che non vuole che nessuno perisca, ma vuole che
tutti possano giungere al pentimento (2 Pietro 3:9).
E’
importante osservare che queste leggi sono come le leggi della fisica, della
chimica o della natura. Ogni legge contiene una formula che deve essere
osservata.
L’attesa,
le aspettative e persino la manipolazione non servono a niente se non
osserviamo le leggi di Dio.
Alcuni
tentano di fare affari con Dio.
Vogliono
un risveglio, ma lo vogliono ottenere in modo economico. Non sono preparati a
sottoporsi a tutte le condizioni e quando non arriva accusano Dio.
In
Geremia 33:3 Dio risponde alle preghiere del profeta: “Invocami ed Io ti
risponderò, e ti annunzierò cose grandi ed impenetrabili che tu non conosci”.
Gli
storici ci dicono che il risveglio Gallese avvenne in modo drammatico il 15
novembre 1904 sia nel Nord che nel Sud. Ciò che non ci dicono è che in entrambe
le regioni erano coinvolti coloro che si erano sottoposti alle condizioni di
Dio ed erano pronti a vedere Dio muoversi con potenza soprannaturale.
Il
risveglio del 1859 nelle Isole Britanniche lentamente si sparse per tutto il
territorio, eppure erano presenti coloro che potevano dire il giorno in cui il
risveglio avvenne. Non guardarono dietro le quinte verso coloro che per anni
avevano pregato e messo a posto le proprie vite con Dio.
Questo
principio è visto praticamente in ogni risveglio.
Quali
sono dunque le condizioni di Dio?
·
La
prima condizione è la profonda obbedienza a Dio e alla Sua Parola. Un
vero pentimento comprende l’eliminare qualsiasi peccato di cui si è coscienti e
qualsiasi abitudine o atteggiamento sbagliati.
·
La
seconda sembra essere una semplice e incrollabile fede in Dio e nella
Sua Parola.
Da
questo deriverà avere fede nelle Sue promesse e lasciare ogni cosa nelle Sue
mani.
La
preghiera di fede crede in Dio per ogni cosa, mette da parte se stessa nel
desiderare la Sua gloria. Questo porterà ad una santità di vita quotidiana e a
un cammino nello Spirito, così che non adempiremo ai desideri della carne.
Paolo
dice a Timoteo: “Se dunque uno si serba puro da quelle cose, sarà un vaso
nobile, santificato, atto al servizio del padrone, preparato per ogni opera
buona” (2 Timoteo 2:21).
Quando Jonathan Edwards compose il suo famoso sermone Peccatori nelle mani di un Dio adirato, trascorse mesi pregando ed applicando tutti i punti del suo sermone a se stesso. Rotto ed umiliato, salì sul pulpito ad Endfield nella Nuova Inghilterra, nel 1741. Usando la logica del peccato dell’uomo, il giudizio di Dio, la morte di Cristo, la misericordia di Dio e la sicura punizione per tutti coloro che non sono obbedienti alle condizioni di un Dio Santo, egli trasmise all’assemblea un profondo senso di convinzione di peccato.
Quando Jonathan Edwards compose il suo famoso sermone Peccatori nelle mani di un Dio adirato, trascorse mesi pregando ed applicando tutti i punti del suo sermone a se stesso. Rotto ed umiliato, salì sul pulpito ad Endfield nella Nuova Inghilterra, nel 1741. Usando la logica del peccato dell’uomo, il giudizio di Dio, la morte di Cristo, la misericordia di Dio e la sicura punizione per tutti coloro che non sono obbedienti alle condizioni di un Dio Santo, egli trasmise all’assemblea un profondo senso di convinzione di peccato.
Trumball,
scrivendo di quel giorno memorabile, dice: “Quando le persone entrarono
nella casa di Dio quel giorno, il loro aspetto era incurante e vano. Come al
solito, andavano in chiesa per abitudine. Alcune persone spettegolando e
parlando ad alta voce, a malapena si comportavano con un atteggiamento di
comune decenza. Quando Edwards iniziò a leggere il suo sermone, le persone
divennero solenni e ben presto l’intera assemblea iniziò a chinare il capo in
un profondo atteggiamento di convinzione di peccato e di pericolo. Si avvertiva
una sensazione di angoscia e vi fu tale pianto che Edwards fu obbligato a dire
alle persone che desiderava silenzio per poter essere ascoltato, ma era
impossibile. La Parola di Dio ebbe un impatto così potente sull’intera
congregazione che molti degli uditori furono visti inconsciamente aggrappati
alle colonne ed alle panche piangendo: «Sto scivolando all’inferno. Salvami,
salvami»” (Arthur Wallis, Nel giorno della Tua potenza).
Simile
è la scena descritta da Charles Finney quando predicò ad Antwerp, New York.
Dice: “Una terribile solennità sembrò scendere sulle persone. La
congregazione sembrò prostrarsi dalle proprie sedie in ogni direzione
supplicando Dio di avere pietà. Se avessi avuto una spada in mano non avrei
potuto tagliarli con la stessa velocità con cui cadevano a terra. Fui costretto
a smettere di predicare e a diventare un consigliere spirituale a livello
individuale” (Nel giorno della Tua potenza).
Questo
stesso senso della presenza di Dio sembrava pervadere a volte un edificio, una
comunità, o persino un quartiere e tutti coloro che entravano nella raggio
della sua influenza ne erano colpiti.
All’inizio del risveglio gallese, vicino alla città di
Gorseinon, stava avendo luogo un incontro sul risveglio che durò tutta la
notte. Un certo minatore, un uomo conosciuto per essere molto duro, stava
tornando a casa dal suo turno alle 4.00 del mattino, vide la luce nella
chiesetta e decise di indagare. Non appena aprì la porta della chiesa fu
avvolto da una tale convinzione di peccato, dalla santità di Dio e dal senso
della presenza di Dio che gridò, “Dio è qui, Dio è qui”. Aveva troppa paura per
entrare e terrore di andarsene, così qualcuno andò da lui e, sulla soglia, lo
condusse a Cristo.
Si
raccontano storie simili del risveglio americano del
1858. Quando le navi si avvicinavano ai porti americani, entravano in una zona definita di influenza spirituale.
1858. Quando le navi si avvicinavano ai porti americani, entravano in una zona definita di influenza spirituale.
Arthur
Wallis racconta che nave dopo nave arrivava con la stesso racconto di
un’improvvisa convinzione e conversione. Su una nave, un capitano e l’intero
equipaggio di 30 uomini trovarono Cristo in mare mentre si avvicinarono al
porto ed entrarono in porto tutti felici.
Un
risveglio irruppe sulla nave da guerra North Carolina attraverso quattro
uomini che per mesi si erano sottomessi alle condizioni di Dio e pregavano
all’interno della nave non appena ne avevano l’opportunità. Una sera erano così
pieni di fede che iniziarono a cantare. I loro colleghi non credenti furono
attirati dal canto e scesero per prenderli in giro ma furono afferrati dalla
presenza di Dio e dal potere di convinzione che ben presto le loro risate si
trasformarono in un pianto di pentimento. Una grande opera di risveglio irruppe
e proseguì per tutta la notte. Dovettero mandare a chiamare dei responsabili a
riva per aiutarli a formare spiritualmente l’equipaggio.
La
nave da guerra diventò una casa di Dio.
Questo
avvolgente senso della presenza di Dio che porta una profonda convinzione di
peccato è evidentemente la caratteristica più evidente di un vero risveglio.
La
manifestazione non è sempre la stessa.
A
volte sono principalmente gli inconvertiti che vengono convinti, come nei casi
che abbiamo ora citato. Altre volte i cristiani, o cristiani professanti,
cadono sotto una profonda convinzione quando si rendono conto della
superficialità e la freddezza dei propri cuori.
Nel
risveglio a Northampton, Massachussets, Jonathan Edwards scrisse: “Nella
primavera e nell’estate del 1735 la città sembrò essere piena della presenza di
Dio. Produsse tanto amore, tanta gentilezza, tanta gioia ed allo stesso tempo
tanta angoscia in coloro che non si erano sottomessi alle condizioni di Dio.
Per cuori purificati è il paradiso, per cuori convinti è l’inferno, quando Dio
è in mezzo al Suo popolo in un risveglio” (Opere scelte).
Finney
disse: “Molte volte numerose persone ordinarie venivano riempite con un
forte senso della presenza di Dio ed in alcuni casi un’intera comunità veniva
rivestita del Suo potere; gli estranei che stavano con loro improvvisamente
venivano colpiti da convinzione senza che neanche fosse stato loro
testimoniato; ciascuno di questi servi di Dio, sia a tempo pieno che non, si
era sottoposto alle condizioni di Dio” (Nel giorno della Tua potenza).
Henry
Groves, un missionario della Chiesa dei fratelli in India, racconta che le
persone venivano ravvivate e trascorrevano giorni e notti in preghiera perché
avevano paura di perdere la presenza di Dio su loro.
Possa
Dio dare anche a noi una tale fame e sete di Lui.
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